Due giorni al mare

Due giorni al mare. La prima volta da sorda e soprattutto la prima volta da due anni con la consapevolezza di quello che ho, della mia malattia e della mia condizione.

E’ stato meno peggio di quello che credevo. Ora ero al mare dalla mia amica “dal pezzo di me”, e quindi è stato tutto più facile e spensierato, aiutate dalla nostra complicità, dall’essere noi stesse naturali e anche devo dire dai vari drinks e cocktails che ci siamo fatte per aperitivo e al buon cibo.

Avevo l’impianto cocleare in versione acquatica, con la protezione insomma, ma niente ti protegge dalla paura di non sentire come prima, del giudizio degli altri e delle aspettative che puoi avere che vengono spazzate via da una parola, uno sguardo.

In realtà, a parte gli acufeni che in questi giorni sono tornati in maniera prepotente, in spiaggia sono riuscita a sentire il rumore delle onde, il suono della risacca quando sei vicino alla riva. Credevo di non riuscire a percepire queste piccole sfumature dei suoni, invece ce l’ho fatta. Questi primi sette mesi di impianto, con i vari alti e bassi, stanno dando i loro risultati.

La cosa però che mi ha emozionato è la naturalezza con cui alla fine ero a tavola, a parlare con le persone, a ridere…sono riuscita a capire quasi tutto, e comunque da sorda ogni tanto chiedevo “come? cosa? non ho capito?”…vabbè piccole cose che capitano.

Complice di questa sensazione uditiva è stato il mare, o comunque la vacanza. Lo staccare anche solo per due giorni dalla routine. Poi io me ne sono andata in Versilia per due giorni, precisamente a Marina di Pietrasanta, ma va bene qualunque posto.

Ho imparato con la malattia a non perdere il sorriso, a cercare sempre di andare avanti ( lo avevo anche scritto), perchè è vero…ti aiuta a non pensare al perchè delle cose.

Niente di trascendentale, basta essere a proprio agio nelle situazioni evitare quello che ci mette a disagio e sorridere e andare avanti.

Io avuto la prova che in questi due giorni al mare, non pensando, rilassandosi e con un buon drink, passa la paura di tutto, o quasi.