trombosi
quando una persona sente la parola trombosi, solitamente pensa alle gambe di una persona anziana, almeno io facevo cosi prima di tutto questo. Mi ricordo di una vecchia zia del mio babbo che morì per un trombo, perchè soffriva di trombosi…ecc ecc.
Vabbè io non sono vecchia, sono una GIOVINE e la trombosi mi poteva venire alle gambe? ma ovviamente no…a me è venuta alla testa. Per la precisione trombosi venosa cerebrale. Da quando me l’hanno diagnosticata mi sono ritrovata a farmi le punturine di eparina nella pancia…per poi passare alle pastiche, in cura presso il centro trombosi.
Oggi sono tronata al centro dopo diverso tempo, vuoi il ricovero e vuoi gli interventi e mi ha fatto strano pensare a quando ci andavo l’estate scorsa, e stavo in fila al sole (mentre oggi ero tutta imbacuccata e pioveva) e poi ho pensato invece a quando stavo bene e ci andavo a settembre in motorino ( quando ero ritornata me) e poi ovviamente ho pensato a quando non ci andavo proprio…e che vuoi, la sfiga o si prende bene oppure nulla!. Io ne facevo anche a meno.
Poi ho ritrovato le infermiere del centro, tutte carine, che mi hanno chiesto come stavo, com’era andata l’operazione (loro erano rimaste a un ricovero, non a due).
Quando le persone sono gentili e ti chiedono come stai ti fanno sentire meglio, lo dico da malata eh…chi chiede troppe cose è solo un impiccione. Quindi la mia teoria sull’essere gentili e chiedere sempre ha un vero fondamento, almeno per me.
E’ come se un estraneo si “preoccupasse” per te e per la tua salute…come a volte trovi molta più confidenza e sintonia nel personale sanitario che in altri…almeno nelle mie lunghe degenze, alla fine quando stavo bene io ero amica degli infermieri e del personale, è che ti butta malissimo quando invece stai male e non ce la fai ad alzarti…io ad esempio vomitavo sempre…a chiunque entrava davo così il saluto.
Ognuno è fatto a modo suo in fondo.
Francamente futtitinne agli ospedali e ai ricoveri.