trenta dì conta novembre

questa bella filastrocca che ci insegnano alle elementari, io la uso anche adesso quando non mi ricordo bene i giorni di un mese. A dimostrazione del mio essere rincoglionita sempre…anche prima della sordità e anche dopo.

Insomma un qualcosa di imprescindibile da me.

questo mese è finito, è stato un mese strano…iniziato in ospedale e intervallato da ricoveri mancati, attese ancora non finite e a momenti di tristezza in cui pensi perchè mi è successo, perchè mi sono ammalata, guarirò., cosa succederà poi…insomma le solite domande tipo, che c’è per cena?

Ho messo questa foto di un loto (o Kaki che dir si voglia) in quanto in giardino dai miei genitori c’è un loto. Me lo ricordo fin da piccola, con quelle foglie verdi in estate a fare fresco, con il gatto che si arrampicava sui suoi rami per sfuggire alle mie dolci carezze di bambina. E me lo ricordo in autunno, quando perdeva le foglie e restavano i frutti, li belli di quel colore che fa proprio autunno.

Quell’albero ha sempre fatto un sacco di frutti, e io ne varò mangiato forse uno in tutta la mia vita….Inoltre i loti non piacciono nè ai miei genitori, nè alle mie sorelle…insomma a nessuno, e quell’albero continua a fare frutti. Tipo il mio babbo (si alla toscana) avrà piantato dieci alberi di ciliegi, ovviamente tutti secchi dopo una stagione in cui regalvano 10 ciliege.

E ho pensato che le cose non hanno un senso, o meglio non c’è un perchè…non c’è un motivo. Perche mi sono ammalata, perchè sono diventata sorda, e perchè l’albero dei loti, non secca?

L’albero non secca perchè forse ha trovato il suo spazio ideale, giusta ombra e sole, umidità, posizione riparata dal vento…

ecco tutte queste caratteristiche dovrei forse trovarle nella mia via di guarigione, esempio, giusta quantità di borse LV, oppure giusto assortimento di creme chanel e matis, spazio ideale di vita trovato…detta così è molto, ma molto divertente,

Forse dovrei vedere il lato divertente di questa cosa…anche se devo dire che non è cos facile, non così semplice, perchè tante volte, mentre si al pc oppure mentre mangi, arriva quel magone alla gola, quei due minuti di sconforto, in cui gli occhi si gonfiano di lacrime e senti un peso sul cuore e in quel lasso di tempo ti assalgono i dubbi e le paure più cupe, in cui vorresti morire e pensi di essere così stanca da non poter affrontare niente altro…poi quei due minuti passano, e allora via le lacrime, via i pensieri brutti e via il peso sul cuore.

per ora non spariscono, ma li confino in una parte ben nascosta della mia testa sperando che restino li, senza tornare troppo di frequente. Meglio pensare a come creare un habitat in cui far crescere il mio albero di loti

(ovviamente dopo questo articolo l’albero seccherà, mi sembra ovvio).