Ricaricare le batterie

Sono stata tre giorni nella mia vecchia casetta, nella mia città…giusto per ricaricare le batterie.

Ma ricaricare le batterie in senso metaforico, di spirito, di vita, di abitudini e di incontri (incastri permettendo) mi ha portato poi a un’avventura, ovviamente di quelle delle mie, dove la ricarica delle batterie era quella in senso letterale.

Tre giorni a Firenze. Sono riuscita a incastrare due pranzi e un caffè “costringendo” gli amici a pranzare all’aperto…(visto che la sottoscritta è immunodepressa). Il ricaricare le batterie in tale senso è stato quello di passeggiare per la città…il pranzo Da Ganino, vedere le amiche per un caffè al volo, il pranzo dello studiogaio.

Mi sono sentita come se niente fosse, se non fossi malata, se questi anni di malattia, sordità, chemio, ospedali e paese ostile non ci fossero stati. Come se tutto fosse come prima, normale, la mia vita di prima della malattia.

E’ stato bello, strano, ritornare li, come se niente fosse. Soprattutto non sentirmi malata, o sorda (anche se faccio sempre fatica ogni tanto a seguire i discorsi). Senza le medicine, il cortisone, le oscillazioni di peso…il non sentirmi adeguata. e forse questo è stato il mio modo per superare la disabilità che ho…non fare finta che non ci sia, ma avere accanto le persone che ti vogliono bene e per le quali sei sempre la solita rintronata….appunto io.

Oltre al ricaricare le batteria in “senso spirituale” diciamo così, non poteva mancare l’avventura da sordamaldestra.

Preciso che l’impianto cocleare ha una batteria. Durante la notte l’impianto va tolto (messo nel deumidificatore) e la batteria va messa in carica. caricabatterie con una normale presa USB.

Cosa succede se te, quando sei a letto, al caldo (visto il freddo che faceva) a mezzanotte passata, ti accorgi che non hai lo spinotto per la presa elettrica??? eh sei li…e dici, e ora?? come cavolo ricarico????

quindi, prendo il telefono, chiamo il marito, chiedo aiuto…rovisto in tutta la casa, apro scatole, scatoline, trovo prese per Iphone, cavi, ogni cosa…ma niente spina. Alla fine si concorda che lo devo ricaricare con il portatile.. (presa USB).

Quindi il marito mi spiega come fare per non mettere il computer in stand by… faccio la prova. In camera c’è una luce che neanche in un centro abbronzatura…penso che sono proprio una sordamaldestra, che alla fine non ho un cervello…

e cosa succede?

inciampo nel chromecast che ha una bellissima presa italiana per la corrente e USB.

Lo guardo tutta felice, soddisfatta e avverto il marito.

Niente alla fine ho ricaricato anche le batterie dell’impianto.

il prossimo aggiornamento sarà sulla salute. controllo tra tre giorni.