La mia fissa per i tatuaggi
La mia fissa per i tatuaggi è abbastanza recente.
Li ho sempre sognati, fin da bambina, guardati con diffidenza e anche con ammirazione verso chi li aveva fatti e aveva sopportato quel dolore.
Poi è arrivata la malattia, il dolore, quello si, che era dolore. E non riuscivo a guarire per mesi, anzi direi anni. Quando siamo arrivati alla diagnosi definitiva e quindi alla cura da intraprendere, ho pensato che potevo, anzi dovevo segnare qualcosa su di me, che mi ricordasse cosa era successo.
Ho iniziato a fare due tatuaggi. Il primo come la mia migliore amica, un bicchiere di cosmopolitan, perchè ci piaceva bene, uscire e divertirsi. Come poi facciamo oggi, quando ci vediamo. Lei a Firenze, io a Londra…diventate grandi, lei mamma io sorda…ma ci si intende lo stesso. come diciamo noi “ci siamo capite”.
Insieme a questo ho fatto l’araba fenice, che mi sembrava molto opportuna, Insomma, risorgere dalle proprie ceneri.
Qualche mese dopo ho fatto una rosa, su una caviglia, perchè è un mio simbolo spirituale, di preghiera che mi ha aiutato quando stavo male.
Poi ho fatto il quarto, e cioè il simbolo del respiro in sanscrito. Per rimettere un pò la pace con il mio spirito, per pratica di yoga che ho ripreso a fare, per il respiro e vai avanti.
Questo nella foto è con ‘hennè, fatto al matrimonio di amici una settimana fa (adesso è quasi sparito) ma mi sta venendo l’idea per un nuovo tatuaggio, saprei già dove e cosa.
Ci saranno nuovi aggiornamenti.
Ovviamente da sordamaldestra ci sono state varie battute sui miei tautaggi. una divertente è stata con il mio medico “ma sai, non ho neanche sentito tanto male, sopratutto per i primri due”..lui “quando li hai fatti” “e li ho fatti a ottobre mentre facevo la chemio”. lui “per forza non hai sentito nulla, eri piena di cortisone”:
vabbè…facevo per dire.