Essere a casa.

Sono rientrata in Italia per qualche giorno. Sono di nuovo a casa. La prima cosa importante e significativa il clima. Via non c’è confronto o paragone che conti.

Il sole, il caldo… e mi sono messa in maglietta a mezze maniche. Bianca come un cadavere. Ma non quel bianco etereo ed affascinante per certi versi. No no, proprio il bianco che fa impressione, e sto parlando di impressione negativa.

Detto questo poi il cibo. E quindi addio dieta. Insomma la mia dieta e il mio serio regime (per riattivare il metabolismo che ormai si è perso chissà dove) è stata scavalcata in maniera anche direi piuttosto facile da un piatto di pici cacio e pepe, da un buon bicchiere di prosecco, dagli apertivi con gli amici e le amiche.

E poco importa se poi dovrò rinunciare al cibo per un pò di tempo, per ora divertiamoci.

Vivo l’essere sorda qui in maniera diversa. Prima cosa la lingua, cioè l’italiano che è la mia lingua è molto facile per me da capire in labiale. Cosa invece assai più difficile per il francese o l’inglese poi.

Altra cosa mi muovo in un ambiente che conosco, che mi è familiare, so come vanno le cose.

Devo dire però che mi sto adeguando ed adattando anche molto bene al paese ostile, che per certi versi è molto più pratico e facile da seguire.

Anche perchè credo che molte cose in italia siano “ufficio complicazioni cose semplici”, esempio la disability card.

Ma detto questo, a me non importa della disability card. Ne farò a meno…non ci posso far niente. MI sono adattata al lavoro da sorda, mi sono adattata ad un nuova città, ma mi devo ancora adattare ad una nuova me. Purtroppo penso sempre che ci sono cose che potrei fare in maniera tranquilla, mi dimentico a volte che sono sorda. Poi qualcosa me lo ricorda sempre. Il più delle volte perchè mi parlano e non riesco a capire tutte le parole.

ah…ma quando sei a casa tutto il resto non conta.